Conservazione del patrimonio

Paesino carino da visitare, soprattutto il centro storico. C'è un parco giochi comunale molto bello, grande, con tante giostrine e fresco visto che è praticamente all'interno di una pineta. A parte questo c'è poco da vedere...

Disponibile, cortese, trasparente e chiaro.Sono molto soddisfatta.

Gironzolando per il centro storico di Rimini balza all'occhio un alto orologio che indica, oltre all' ora, anche il giorno e il mese. Avvicinandosi, però, si scopre che la base reca una grande iscrizione su una lastra di marmo bianco: é posta in onore ai caduti della guerra. Anomalo é anche il suo posizionamento, infatti é quasi inglobato alle costruzioni adiacenti e costituisce un breve porticato dove si affacciano vetrine di negozi e esercizi commerciali. Il colpo d'occhio che offre la piazza in cui sorge richiama alla memoria tempi più lontani di cui sono testimoni le costruzioni che la attorniano. Vale la pena fare una salutare passeggiata serale anche per assistere a spettacoli di artisti di strada.

Vrlo vrlo zanimljivo.

Cineteca privata con archivio ricco di libri sul cinema oltre che film. Il personale gentile .Utile per una tesi di laurea .

Una delle poche società dove il restauro si fa sul serio!I ragazzi sono straprofessionali e gentilissimi: ogni intervento è curato al minimo dettaglio e si percepisce un'intensa passione per il proprio lavoro. Consigliatissimi!

Consulente dinamico, attento e sempre disponibile, un giovane professionista. Un piacere averti conosciuto. Grazie

Professionalità, dedizione ma più di tutto amore e passione per il proprio lavoro. Creatività tangibile in ogni progetto proposto e realizzato ma al tempo stesso rara capacità di preservare con umiltà ciò che è soggettivamente unico o di valore storico.

Avevo sentito parlare della competenza e affidabilità del dott. Di Bello Piero perciò ho chiesto consulenza patrimoniale. Ho conosciuto un professionista esperto, aggiornato, di alto livello, cui affidare gli interessi della mia famiglia.

Il ponte Leproso è un ponte di origini romane alla periferia di Benevento, dalla tipica struttura a schiena d'asino, che permetteva alla via Appia di superare il fiume Sabato. Il ponte fu costruito probabilmente dal censore Appio Claudio Cieco nel III secolo a.C., in occasione dell'apertura della via Appia, forse riutilizzando un precedente ponte dei Sanniti. Fu restaurato da Settimio Severo e dal figlio Caracalla nel 202. Al suo sbocco sorgeva un criptoportico, tramutato poi in chiesa dedicata ai Santi Quaranta, martiri a Sebaste.Fu distrutto dai Goti di Totila nel VI secolo, durante il saccheggio di Benevento, e successivamente ricostruito. Secondo lo storico Zigarelli, l'uccisione di Manfredi di Svevia da parte di Carlo d'Angiò durante la battaglia di Benevento (1266) avvenne presso questo ponte, e non al ponte Vanvitelli.Nel corso dei secoli fu altre volte rimaneggiato; dopo il terremoto del 1702, la ricostruzione di Giovan Battista Nauclerio ridusse le arcate da cinque a quattro. Oggi della struttura originaria rimane solo uno dei piloni, costruito in opera quadrata, con superfici a vista sbozzate a bugne rustiche". Recentemente il ponte è stato chiuso al traffico veicolare.I nomi del ponteModificaIl ponte in origine si chiamava Marmoreo (Lapideo nei documenti). Il nome attuale deriverebbe da un vicino ospedale per i lebbrosi dell'alto Medioevo